Il corso (di 9 CFU) costituisce il modulo base del Laboratorio di Progettazione Urbanistica e sarà svolto in maniera integrata con l'altro modulo del laboratorio, Recupero e riqualificazione urbanistica (9 CFU).
Principali temi teorici trattati: Il significato di città. Importanza e attualità del progetto urbano come strumento di costruzione della città sostenibile. Le dimensioni spaziali del progetto. Le invarianti progettuali. Fasi e momenti dell'iter progettuale.
Aymonino A., Mosco V.P. (2006), Spazi pubblici contemporanei. Architettura a volume zero
Baldeschi P. (2006), Dalla razionalità all'identità. La pianificazione territoriale in Italia
Benevolo L. (1960-2008), Storia dell'architettura moderna
Carmona M. et al., (2010), Public Places Urban Spaces. The Dimensions of Urban Design
Casabella: 597-598 (1993), Il disegno degli spazi aperti
Gabellini P. (2001), Tecniche urbanistiche
Ghel J. (2010), Cities for People
Urban design compendium (2004-2007)
Obiettivi Formativi
Il percorso didattico è finalizzato a fornire agli studenti i primi lineamenti teorici e metodologici per l'elaborazione e la valutazione di progetti a valenza urbana, alle diverse scale d'intervento.
Poiché si tratta della prima esperienza progettuale per la maggior parte degli studenti, si impartiranno anche le nozioni elementari delle tecniche urbanistiche e di rappresentazione.
Prerequisiti
Valgono i prerequisiti richiesti per l'iscrizione al 1° anno del Corso di laurea magistrale in Pianificazione e progettazione della città e del territorio.
Metodi Didattici
La didattica in un laboratorio è un continuo processo di interazione fra docenti e studenti, in cui le attività pratiche sono alternate con l’apprendimento teorico impartito dai docenti mediante lezioni, comunicazioni, proiezioni di immagini, ecc., e soprattutto in forma di dialogo. La fase di progettazione è poi svolta sia con visite sul campo, sia mediante il reperimento di informazioni presso gli uffici competenti e le biblioteche, sia con il lavoro eseguito nella sede del laboratorio.
Altre Informazioni
- La frequenza al laboratorio è obbligatoria. Per poter sostenere l'esame finale è necessario che gli studenti siano stati presenti ad almeno il 75% delle lezioni.
- Prima dell'esame di giugno è prevista una presentazione e discussione degli elaborati progettuali con gli altri docenti del CdS.
- Il laboratorio si conclude poi a luglio, con la partecipazione all'edizione 2013 dell'evento “Laboratorinmostra”, organizzato dal Dipartimento (già Facoltà) di Architettura.
Modalità di verifica apprendimento
Sono previsti 2 tipi di esercitazioni.
- Esercitazioni individuali ex-tempore (n. 3): redazione di schede interpretative di porzioni di tessuti residenziali, aree e attrezzature speciali, esempi di urban design.
- Progetto riguardante un'area di trasformazione in un comune dell'area fiorentina. Il lavoro, svolto in gruppi di 2-3 persone, comprende: elaborati d'analisi; Progetto direttore (1:5000); Master plan (1:2000); dossier con viste e abachi, relazione e norme tecniche; plastici.
Programma del corso
LABORATORIO DI PROGETTAZIONE URBANISTICA
PROGRAMMA PER L'A.A. 2012-2013
Il laboratorio è costituito dall'integrazione di due insegnamenti:
Urbanistica (prof. Francesco Alberti, 9 CFU);
Recupero e riqualificazione urbana (prof. Goffredo Serrini, 9 CFU).
Questi non si svolgeranno quindi in forma di corsi separati, bensì in modo sinergico all'interno di un unico percorso didattico finalizzato a fornire agli studenti i primi lineamenti teorici e metodologici per l'elaborazione e la valutazione di progetti a valenza urbana, alle diverse scale d'intervento.
Il laboratorio si avvarrà della collaborazione di un tutor (arch. Adalgisa Rubino) e di due esperti di tecniche di rappresentazione digitale (dott. Lorenzo Bambi, dott. Tommaso Bertini).
> Articolazione del laboratorio
Il percorso formativo comprende lezioni teoriche frontali, illustrazioni di esempi, incontri seminariali ed esercitazioni. Poiché si tratta della prima esperienza progettuale per la maggior parte degli studenti, si impartiranno anche le nozioni elementari delle tecniche urbanistiche e di rappresentazione.
Primo semestre
Nel primo semestre dell'a.a. saranno concentrate la maggior parte delle lezioni frontali dei docenti e collaboratori del laboratorio, introduttive sugli aspetti teorici, gli strumenti tecnici e su alcune buone pratiche internazionali in tema di progettazione urbana, recupero complesso e qualificazione degli spazi pubblici.
Nello stesso periodo il laboratorio ospiterà inoltre, in due giornate seminariali aperte a tutti gli studenti del CdS, quattro conferenze tenute da docenti di Urbanistica e Progettazione architettonica dell'ateneo, dedicate al confronto tra forme urbane e teorie urbanistiche in Europa, nella loro evoluzione storica. L'obiettivo è quello di aprire una finestra – e così stimolare gli studenti ad approfondire la conoscenza – di alcuni temi di cultura urbana non coperti dal CdS, ma che costituiscono un indispensabile bagaglio per l'urban designer.
Al fine di facilitare gli studenti nel controllo degli aspetti dimensionali del progetto urbano, fra ottobre e novembre si terranno inoltre, in via propedeutica all'esercitazione progettuale vera e propria che sarà avviata alla fine del semestre, tre esercitazioni ex-tempore, svolte individualmente con l'assistenza dei docenti e collaboratori del laboratorio, di lettura e restituzione, a diverse scale:
a) di tessuti urbani esistenti, realizzati dalla prima metà del XX sec. fino ad oggi, caratterizzati da diverse tipologie di spazi pubblici e di edifici, residenziali e non (n. 2 esercitazioni);
b) di progetti recenti di trasformazione urbana e/o recupero di aree dismesse in ambito europeo.
Gli elaborati prodotti durante queste esercitazioni andranno a costituire una sorta di “repertorio-manuale” per la fase del progetto.
Nell'ultima parte del semestre, le comunicazioni verteranno in particolare, oltre che sull'illustrazione di metodologie di “masterplanning”, riprese e adattate da esperienze internazionali (in particolare anglosassoni), su questioni inerenti il tema dell’esercitazione progettuale, che sarà svolta a gruppi di 2-3 studenti su un'area di trasformazione inserita negli strumenti di piano di un comune dell'area metropolitana fiorentina.
Secondo semestre
Il secondo semestre sarà dedicato a revisioni collettive e/o per singoli gruppi dei lavori degli studenti in vista dell’esame finale, integrate da lezioni teoriche sugli aspetti gestionali del progetto urbano. Prima dell'esame di giugno è prevista una presentazione e discussione degli elaborati progettuali con gli altri docenti del CdS.
Il laboratorio si concluderà poi a luglio, con la partecipazione all'edizione 2013 dell'evento “Laboratorinmostra”, organizzato dal Dipartimento (già Facoltà) di Architettura.
Scadenze
- Metà dicembre 2012
Consegna definitiva degli elaborati delle 3 esercitazioni ex-tempore di lettura e restituzione di tessuti e progetti urbani esistenti.
- Metà gennaio 2013 (bozza) / fine gennaio 2013 (elaborati definitivi)
Raccolta delle informazioni sullo stato di fatto e di diritto del territorio: usi del suolo, rete infrastrutturale, assetto idraulico, piani urbanistici comunali e piani territoriali di coordinamento, ecc.; analisi del territorio da un punto di vista funzionale e strutturale-identitario.
Le analisi devono essere sintetizzate in (almeno) quattro tavole (scala 1: 10000-1:5000), assegnate a due a due ai diversi gruppi: 1. evoluzione storica del sistema insediativo; 2. interpretazione delle strutture identitarie del sistema territoriale; 3. analisi funzionale (uso del suolo, funzioni principali, mobilità, sistema ambientale); 4. previsioni e vincoli della pianificazione.
Dopo essere state valutati, gli elaborati di analisi saranno raccolti e distribuiti, su supporto digitale, a tutti i gruppi.
- Inizio marzo 2013
Consegna della bozza del Progetto direttore, in scala 1:5000 e relativo plastico di studio.
Il Progetto direttore individua le strategie genarali di riqualificazione e mette in luce la struttura urbana e il sistema di relazioni entro cui si colloca la trasformazione dell'area di studio.
- Inizio aprile 2013
Consegna della bozza del Master plan per l'area di studio, in scala 1:2000 e relativo plastico di studio.
Il Master plan definisce l'assetto planivolumetrico dell'area di studio, sviluppando (e correggendo) a una scala di maggior dettaglio le indicazioni del Progetto direttore
- Fine maggio 2013
Consegna definitiva degli elaborati cartacei del progetto: Progetto direttore, Master plan, dossier con viste, abachi, relazione e norme tecniche. La versione definitiva dei plastici sarà poi consegnata in sede di esame, insieme a un dvd contenente tutti gli elaborati sia in pdf sia nei formati editabili.
- Giugno-luglio 2013
Esami – sessione estiva.
Preparazione collettiva dell'allestimento dei materiali prodotti nel corso dell'a.a. per l'esposizione “Laboratorinmostra 2013”.
> La didattica
Per sua natura, la didattica in un laboratorio è un continuo processo di interazione fra docenti e studenti, in cui le attività pratiche sono alternate con l’apprendimento teorico impartito dai docenti mediante lezioni, comunicazioni, proiezioni di immagini, ecc., e soprattutto in forma di dialogo. La fase di progettazione vera e propria è poi svolta sia con visite sul campo, sia mediante il reperimento di informazioni presso gli uffici competenti e le biblioteche, sia con il lavoro eseguito nella sede del laboratorio e sviluppato per proprio conto dagli studenti.
Di seguito sono indicati alcuni dei temi teorici che saranno trattati nel corso dell'a.a.. Per ragioni formali gli argomenti sono articolati in 2 corsi: il modulo base di Urbanistica e quello di Recupero e riqualificazione urbanistica; tuttavia, come si è detto, l’insegnamento si svolgerà in modo integrato.
I principali temi teorici trattati nel corso di Urbanistica
- Il significato di città. Un chiarimento preliminare del significato di città nel corso della storia e in relazione al paradigma dello sviluppo sostenibile.
- L’analisi dei fenomeni urbani. I fondamenti teorici e metodologici dell’approccio urbanistico alla progettazione della città. L’approccio funzionale-sistemico. L’approccio storico-morfologico.
- L’importanza e l’attualità del progetto urbano come strumento operativo per dare forma e concretezza alle istanze della città sostenibile, attraverso la valorizzazione e messa a sistema delle qualità presenti (o latenti) nei diversi contesti; il confronto tra segni del passato ed esigenze contemporanee nella prospettiva di un riuso compatibile; l’introduzione di nuove relazioni urbane; l’interpretazione di ogni intervento, ancorché puntuale, come parte significativa di un processo più ampio di trasformazione della città e del territorio.
- Le dimensioni spaziali del progetto. Il “disegno della città” alle varie scale costituisce il tema centrale del Laboratorio. Ciò comporta anche un approfondimento riguardante il funzionamento, le tipologie, le misure e modalità di aggregazione degli elementi costitutivi l'organismo urbano: edifici, spazi pubblici, percorrenze, ecc.. Particolare importanza verrà attribuita alla comprensione dei tessuti urbani, nella loro stratificazione storica; ai temi del recupero e del riuso edilizio; al ruolo dello spazio pubblico come sistema strutturante della città; alla permeabilità tra insediamenti e sistema ambientale.
- Le invarianti progettuali: sono ripresi in chiave progettale alcune nozione di invariante (come segni profondi, strutture, regole, ecc.) già trattati nei laboratori del corso triennale. Da qui deriva anche l'interpretazione della “struttura territoriale” come strumento euristico e di progetto.
- La costruzione del progetto. Fasi e momenti dell'iter progettuale.
I principali temi teorici trattati nel corso di Recupero e riqualificazione urbanistica
- Il contesto e l'esplorazione al suolo: una riflessione sulle pratiche semplici ed elementari del costruire, sull'interpretare e descrivere: la scelta di un luogo, di un principio insediativo, la suddivisione del suolo; la scelta di una geometria, di una composizione, di materiali, rapporti e proporzioni.
- Il tema della centralità e dell'appartenenza, ovvero i modi con i quali poter ricucire parti di città già parzialmente edificate, lavorando sulle frammentarie configurazioni di oggetti, spazi (o non-spazi) e luoghi (o non-luoghi) di quartieri recenti: lavorando tra le "cose" con l'obiettivo di legare e contemporaneamente migliorare ciò che già esiste, nel tentativo di definire con cura parti e limiti di una città che trasforma e modifica la sua struttura ri-progettandosi dall'interno.
- La ricerca di una "scala": che provi a definire e non cancellare i rapporti con l'esistente (con geometrie costruite spesso a partire dai vuoti più che dai pieni), dove il disegno e la qualità degli spazi aperti, il sistema distributivo, le relazioni visuali e la valorizzazione del rapporto con il "paesaggio" e la regola insediativa tornino ad assumere forte rilevanza.
> Modalità di verifica dell'apprendimento
Esercitazioni ex-tempore
Le esercitazioni ex-tempore (che gli studenti potranno completare e perfezionare per proprio conto entro la scadenza fissata per la consegna) saranno svolte individualmente. Esse consisteranno nella redazione di schede in formato A3, in cui dovranno essere inserite, entro un layout predefinito, planimetrie, sezioni significative e schemi interpretativi di determinati campioni urbani (porzioni di tessuti residenziali, aree e attrezzature speciali, esempi di urban design selezionati dai docenti), utilizzando materiali che in parte saranno forniti agli studenti e che in parte gli studenti stessi dovranno integrare con proprie ricerche bibliografiche. L'insieme delle schede andrà a costituire un unico dossier, a disposizione di tutti. Alla consegna delle tre esercitazioni, queste saranno oggetto di una valutazione (sufficiente, buono, ottimo) da parte dei decenti, che andrà a incidere sulla votazione finale. La valutazione delle esercitazioni potrà comunque essere modificata, ripresentando le schede, in una versione migliorata, in sede di esame.
Progetto
Il lavoro di progettazione sarà svolto dagli studenti preferibilmente in gruppi di 2 persone, eccezionalmente di 3 o in forma individuale. Sarà indicato un numero minimo di tavole che gli studenti dovranno presentare e spiegare all’esame, insieme ad alcuni criteri base d'impaginazione.
A titolo di orientamento, si sottolinea come ogni progetto si basi su una buona lettura e interpretazione del territorio, che può essere condotta secondo due approcci fondamentali:
- il primo si interroga su come “funzioni” il territorio, che in questo caso viene concettualizzato come un insieme di sistemi interagenti, costituiti da attività localizzate (residenze, attività produttive, attrezzature, ecc., esistenti o previste dai piani urbanistici di vario livello) e dalle loro relazioni, per lo più incarnate dalle diverse reti di trasporto, ma anche da elementi naturali, come fiumi, corridoi ecologici, ecc.;
- il secondo tende a evidenziare gli aspetti strutturali che danno identità al territorio, sulla base di letture di carattere storico e morfologico. Durante il triennio del Corso di laurea in Urbanistica e pianificazione del territorio è stato spiegato in vari corsi e da varie angolazioni questo secondo approccio che caratterizza la scuola empolese e che produce delle rappresentazioni della “struttura profonda del territorio” e del cosiddetto “patrimonio territoriale”.
Incrociandosi, le due letture consentono di evidenziare le “invarianti” del progetto, intendendo con questo termine gli elementi che ne costituiscono dei “punti fermi” o la cui trasformazione assume un’importanza cruciale. Invarianti che possono riguardare le “strutture” e i “sistemi” che definiscono le modalità del progetto, gli elementi resistenti che assumono un ruolo morfogenetico, le relazioni da salvaguardare o da potenziale, le vocazioni di specifiche zone, ecc.
Metabolizzate le analisi condotte su questo duplice livello, il progetto prende dunque forma con una prima schematizzazione della struttura territoriale che si vuole perseguire (Progetto direttore), che sarà successivamente approfondita e perfezionata fino a rappresentare un nuovo assetto territoriale (Master plan). Ciò non implica necessariamente profonde trasformazioni, ma, ad esempio, cambiamenti di ruolo, introduzione di nuove relazioni, ecc.. Un possibile filo conduttore può essere la progettazione di un nuovo spazio pubblico polifunzionale, continuo e articolato che stia alla base del “progetto territoriale”. Il progetto urbanistico tenderebbe così a caratterizzarsi anche come progetto di paesaggio, utilizzando come “ingredienti” greenways, parchi variamente caratterizzati, aree agricole, corridoi ecologici, corsi d’acqua, oltre che il consueto materiale edilizio della disciplina urbanistica.
A partire da questo impianto concettuale, la costruzione dei progetti da parte dei vari gruppi sarà guidata attraverso alcuni step, seguendo una metodologia operativa mutuata da una letteratura e da un pratica di “masterplanning” ormai consolidate in ambito anglossone:
1. valutazione del contesto in cui si interviene (analisi dell'area di studio sotto il profilo funzionale-sistemico e storico-morfologico; raccolta delle informazioni sullo stato di fatto e di diritto del territorio);
2. definizione della struttura urbana (disegno dei tracciati, organizzazione funzionale, morfologia e densità dei tessuti, razionalità ed efficienza nell'uso delle risorse energetiche e naturali, qualità del paesaggio, visuali ed elementi emergenti, caratteristiche del costruito, suddivisone delle proprietà);
3. progetto delle percorrenze (sistema pedonale, percorsi cilabili, trasporto pubblico, viabilità e sistema della sosta, altre infrastrutture di servizio);
4. qualificazione dell'ambiente urbano (abachi e prescrizioni per gli spazi aperti, il trattamento dei margini, il dimensionamento e la caratterizzazione dei prospetti degli edifici, la creazione di spazi pubblici vitali, la sicurezza e salubrità dei luoghi).
> Riferimenti bibliografici
Aymonino A., Mosco V.P. (2006), “Spazi pubblici contemporanei. Architettura a volume zero”, Skira, Ginevra-Milano
Baldeschi P. (2006), “Dalla razionalità all'identità. La pianificazione territoriale in Italia”, Alinea, Firenze
Benevolo L. (1960-2008), “Storia dell'architettura moderna”, Laterza, Bari-Roma
Caputo P., a cura di (1997), “Le architetture dello spazio pubblico”, Triennale di Milano, Electa
Carmona M. et al., (2010), “Public Places Urban Spaces. The Dimensions of Urban Design” (2nd Edition), Architectural Press, Oxford
Casabella: 597-598, 1993 “Il disegno degli spazi aperti”.
Gabellini P. (2001), “Tecniche urbanistiche”, Carocci ed., Roma
Ghel Architects et al. (2010), “Our Cities ourselves”, NY, (www.itdp.org/documents/2010-OurCitiesOurselves_Booklet.pdf)
Ghel J. (2010), “Cities for People”, Island Press, Washington DC
Gianmarco R., Isola A. (1993), “Disegnare le periferie”, La Nuova Italia Scientifica, Roma.
Llewelyn-Davies Ltd e Roger Evans Associates Ltd, a cura di (2004-2007 )Urban design compendium voll. 1-2, English Partnership, London (www.urbandesigncompendium.co.uk/)
Manuale di progettazione edilizia vol.1-2, Tipologie e criteri di dimensionamento, Hoepli, Milano, 1995
Navigator: 2 (2001), “I nuovi paesaggi”, Edizioni Lotus srl, Milano
Navigator: 7 (2003), “Il paesaggio della freeway”, Edizioni Lotus srl, Milano
Navigator: 8 (2003), “Velocità controllate”, Edizioni Lotus srl, Milano
Rogers R. e Gumuchdjian P. (1997-2000), “Città per un piccolo pianeta”, Erid’A/Kappa, Roma
Tribal Planners and Urban Designers et al. (2009), “Urban Design Manual. A best practice guide”, Ministry of Environment, Hertage and Local Government, Ireland (http://www.environ.ie/en/DevelopmentHousing/PlanningDevelopment/Planning/PublicationsDocuments)
Ulteriori riferimenti bibliografici saranno forniti durante il corso.